Assunta
(mercoledì 15 febbraio 2012)
Categoria: Insoddisfazione
LAVORO DEVONO CAMBIARLO PROPRIO TUTTI?
02:00 DEL 15-02-2012Oggi pomeriggio, dopo aver fatto come al solito la nonna, con la mia auto stavo tornando a casa, il mio pensiero pian piano è andato verso l'infelice uscita di Monti, pensavo, (magari sbagliando): ma! la cretinata che ha detto, era rivolta a tutti gli italiani oppure soltanto a pochi "intimi"? Perchè se è rivolta a tutti, vorrebbe dire ad esempio che: Il nostro amico Oscar che da come ho capito fa il camionista, dovrebbe licenziarsi e magari fare il tassista o altro Nik cedere la cattedra, Dora magari tentare facendo l'infermiera, i carabinieri, dovrebbero cedere il posto ad altri, gli impiegati postali idem, i medici dovrebbero inventarsi un'atro mestiere, insomma tutti quelli a posto fisso che fine farebbero? come funzionerebbe questa grande trovata? Sono cretina io che non ho capito e diciamo lui che ha parlato per niente? Poi ci sarebbe un minuscolo particolare: se non dobbiamo desiderare il posto fisso, come si farà per il mutuo, si paga a singhiozzo, o lo paga magnanimamante lui?
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Nik
(mercoledì 15 febbraio 2012)
Il problema è, cara Assunta, che allo stato costa molto pagare un suo impiegato nella pubblica amministrazione a un suo dipendente : lo stipendio mensile per tutta una vita, ferie, periodi di malattia breve o a lunga durata, la buonuscita a fine carriera, nonchè la pensione fin quando il Padreterno non decide di chiamarlo. Una spesa considrevole per ciascuno di loro di milioni di euro nell'arco di una vita lavorativa di 40anni (che ora non bastano piu.') Ecco allora il prolungare la vita contributiva fino alle soglie della vecchiaia e non lasciare un giusto avvicendamento ai giovani, alle nuove leve. Ecco allora non riuscire piu' a dare la tranquillita' del posto fisso e "dirottare" i giovani ad abbandonare l'idea del concorso nell'amministrazione statale.Ma, d'altra parte, nemmeno concede loro la possibilità di un impiego in industrie, nei servizi, nel commercio; nemmeno offre la possibilità di agevolazioni, di grossi sgravi fiscali nelle iniziative giovanili nella creazione di nuove piccole o medie imprese autonome.L'articolo 1 della nostra Costituzione afferma che l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro...uno stato, pero', che non riesce piu' ad assicurarlo, a difenderlo( vedi l'art.18 di cui si parla tanto in questo periodo.) a crearlo. Il discorso, a volerlo continuare, appare penoso e ricco di avvilimento ma non per me che sono giunto, oramai, alle soglie dell'età lavorativa ma per i nostri figli per i quali non vedo, stabilità, concretezze, principi validi e sicuri ma solo precarietà, provvisorietà, insicurezza con alle spalle lunghi anni di studi, impegni, sacrifici. Che pena! A presto.
Assunta
(giovedì 16 febbraio 2012)
00:07 del 16-02-2012
Mio caro Nik, che tristezza ciò che mi hai illustrato, penso che noi bene o male fin quì ci siamo arrivati, ma m'intristisce l'avvenire della gioventù, che non ha prospettive e aperture di nessun genere. siamo ormai arrivati alla frutta e da qualsiasi lato la guardi, la prospettiva è una tristezza unica, noi cerchiamo di continuare ad essere fiduciosi, chissà!
Ciao caro amico, affettuosamente..................
Mio caro Nik, che tristezza ciò che mi hai illustrato, penso che noi bene o male fin quì ci siamo arrivati, ma m'intristisce l'avvenire della gioventù, che non ha prospettive e aperture di nessun genere. siamo ormai arrivati alla frutta e da qualsiasi lato la guardi, la prospettiva è una tristezza unica, noi cerchiamo di continuare ad essere fiduciosi, chissà!
Ciao caro amico, affettuosamente..................
Anonimo
(giovedì 16 febbraio 2012)
Cari amici, credo che il problema della mobilità nel lavoro come quello dell'articolo 18 siano un pretesto, in questo periodo di crisi, per continuare a defraudare i lavoratori di quei pochi diritti che ancora posseggono, conquistati in oltre mezzo secole di dure lotte, a volte,pagati con un prezzo troppo alto, vita compresa. La mobilità o definirei l' automobilità è sempre esistita. Nel nord è normale cambiare lavoro spesso perchè,quando è possibile, chiunque tende a migliorare la propria condizione. Ma in caso di crisi bisogna dare opportunità all'imprenditoria per tutelare i propri interessi, di sbarazzarsi di ciò che è incomodo,facendo ricadere sempre sulla stessa classe sociale tutte le conseguenze.
La lotta per la tutela dell'articolo 18 non è altro che un simbolo che tende a proteggere il diritto del lavoratore. Se verrà abolito saranno guai perchè il lavoratore sarà ancora una volta deprivato di ogni tutela sindacale.
La lotta per la tutela dell'articolo 18 non è altro che un simbolo che tende a proteggere il diritto del lavoratore. Se verrà abolito saranno guai perchè il lavoratore sarà ancora una volta deprivato di ogni tutela sindacale.
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